Petrolio a volontà!

Il 6 Maggio 2013 scrissi un post (che potete trovare con la funzione "cerca" all'interno del blog) dal titolo "Lo studio Morse per il 2020". In esso evidenziavo i risultati a cui arrivava proprio Ed Morse analizzando gli scenari prossimi venturi per il petrolio, soprattutto in relazione alla nuova e rivoluzionaria tecnica estrattiva denominata "Fracking": gli USA, secondo Morse, entro appunto il 2020 sarebbero stati completamente autosufficienti per quanto riguardava il fabbisogno di Oro Nero, potendo contare, insieme al Canada, su enormi giacimenti argillosi pieni di particelle di petrolio. Ricordavo allora che il prezzo di mercato efficiente per questo tipo di tecnica estrattiva era intorno ai 60 $ al barile: in altre parole, estrarre attraverso il fracking il cosiddetto "Shale Oil" sarebbe stato economicamente conveniente fin quando il prezzo del petrolio al barile non fosse sceso sotto tale livello.
Ebbene, Ed Morse si è sbagliato: gli USA sono diventati praticamente autosufficienti da pochi mesi, con quasi 6 anni di vantaggio. Non solo. Cominciano ad essere esportatori netti!.
Pochi giorni fa la prima nave container piena di petrolio e proveniente dall' America è sbarcata sul suolo italico.
Questa è una rivoluzione.
In quello stesso post sottolineavo come probabilmente, a seguito di questa completa autosufficienza energetica, gli USA avrebbero perso molto interesse a tenere politicamente sotto controllo il Medio Oriente.
A riprova di ciò basta osservare quanto blandamente Obama sta combattendo l'autoproclamato Califfato "Isis". Un gruppo di fondamentalisti islamici ha in mano praticamente mezzo Iraq, è alle porte della Turchia (paese della Nato) e tutto quello che sanno fare gli americani è mandare droni. Per molto meno (ma allora il petrolio iracheno era fondamentale) si sono fatte due guerre di terra nello stesso paese!.
Ebbene oggi il prezzo del petrolio è ai livelli più bassi del 2014: appena sopra gli 80 $ al barile per il "Light Crude". Cinque anni fa costava 150 $. Tre mesi fa eravamo abbondantemente sopra i 100 $. La domanda è scontata: perchè questa discesa?.
La risposta più convincente non è la più scontata, ossia quella che vorrebbe un prezzo in discesa per via della crisi economica che attanaglia il mondo: meno consumi uguale meno petrolio. Certo, incide, ma non così tanto.
La vera risposta è che due paesi stanno inondando i mercati di petrolio a volontà, offrendone a piene mani, con feroci sconti di listino, determinandone di fatto la discesa violenta dei prezzi. Ma il paradosso, perchè di paradosso vero e proprio si tratta, è che questi due paesi sulla produzione di petrolio fondano la loro economia, perchè ne sono tra i più grandi produttori del mondo: Arabia Saudita e Iran.
Il motivo di questo atteggiamento apparirebbe inspiegabile se non si avesse a mente lo studio di Morse e quanto ho scritto all'inizio: Arabia Saudita ed Iran vogliono "far fuori" dal mercato degli esportatori di petrolio gli USA. Di conseguenza, sapendo bene che estrarre con la tecnica dello Shale Oil diventa antieconomico con un prezzo al barile inferiore ai 60 $ il loro obiettivo è chiarissimo: portare il prezzo più giù di quel livello, obbligando di fatto gli americani a cambiare strategia, o quanto meno a rallentare nei ritmi estrattivi.
In fondo, mentre gli States fanno una "fatica" boia ad estrarre oro nero da rocce argillose, con un tecnica invasiva e con molti effetti collaterali, Arabia e Iran invece non hanno bisogno che di una trivella che faccia un buco nel terreno. E neanche tanto profondo. Con una tecnica sostanzialmente vecchia di 100 anni e senza bisogno di grande innovazione tecnologica.
A questo punto so bene quale sarà, se avrete avuto l'ardire di arrivare a leggere fin qui, il vostro primo pensiero...." è come quel marito che per fare un dispetto alla moglie si tagliò le.......".
Già, proprio così!!.


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