Lo storno del mercato obbligazionario

Da circa venti giorni è in corso una pesante correzione dei mercati obbligazionari, con i rendimenti dei titoli in forte salita e con, conseguentemente, una ripida e rapida discesa dei prezzi. Non è in questo post che vorrei spiegare la curva dei rendimenti ma, molto sommariamente, il meccanismo è di questo tipo: i tassi dei titoli, di stato o di società private (c.d. "corporate") salgono quando aumenta la percezione che il rischio di mancato rimborso dei titoli stessi sale anch'esso. Chi acquista, quindi, pretende, a fronte di un rischio maggiore, un rendimento maggiore. Ecco quindi che i titoli in circolazione, che hanno scadenze più o meno lunghe, subiscono una forte diminuzione del prezzo: la nuova emissione, ad esempio, di un Btp, con rendimenti maggiori rispetto al precedente emesso rende quest'ultimo meno appetibile del primo con la conseguenza che il prezzo di scambio scende.
A questo punto la domanda è ovvia: perchè i rendimenti aumentano?. La risposta più comune che si sente in questi giorni è riconducibile ai timori che la Federal Reserve si stia preparando alla cosiddetta "exit strategy" dai massicci piani di politica monetaria espansiva. Come ho scritto in tanti posts, questo sarebbe un grosso problema per i bonds, perchè di fatto mancherebbe l'acquirente principale degli stessi, con ulteriore, conseguente, discesa dei prezzi. Inoltre, è opinione diffusa che prima o poi si scatenerà un grosso processo inflattivo, peraltro voluto dalle banche centrali americana e giapponese, che porterà ad un rialzo dei rendimenti. Infine, come se non bastasse, i rendimenti salgono anche perchè si comincia ad avere paura che la carta dei bonds sia sempre più....carta straccia.
Ma è proprio così?.
In queste tre settimane il mercato obbligazionario ha perso dappertutto: dai bonds governativi, a breve e lunga durata, ai corporate, all'high yield. Non si è salvato nulla. E la batosta è stata dura. 
Di fatto però: 1) le economie di Stati Uniti, Giappone ed Europa sono ancora talmente deboli che nessuno si sente di prevedere rialzi dei tassi almeno fino a fine 2014. 2) Di inflazione se ne vede ancora poca o niente. Anzi, quella che si rischia è la deflazione!. Basta guardare agli ultimi dati in tal senso prodotti dall'area euro.3)  Se i bonds iniziassero ad essere percepiti come carta straccia allora l'enorme liquidità presente dovrebbe essere indirizzata in altri assets: oro, materie prime, immobiliare, azioni!. Ed invece questi assets sono anch'essi o sostanzialmente fermi o addirittura in calo (immobiliare e da qualche settimana anche i mercati azionari).
Dunque la mia personale risposta è che si tratta di una correzione fisiologica, anche questa come quella del mercato azionario. Del resto, rendimenti a due zeri dei bonds lo scorso anno impongono una severa fermata ai box.
La cosa che reputo più positiva, anche se mi rendo conto essere un paradosso, è che in queste settimane scende tutto. Questo avvalora la tesi della correzione, perchè se si fossero aperti spazi su altri assets si sarebbe visto. Ed invece così, al momento, non è.
Resta comunque valido il discorso del post precedente: se in questa ottava i mercati azionari chiuderanno con un bilancio positivo la ripresa del movimento di lenta risalita sarà qualcosa di più di una speranza.


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