La BCE ha tagliato i tassi

Ero stato facile profeta nell'ultimo post prima di questo, quando avevo previsto per oggi un probabile taglio del tasso di sconto in Europa da parte della BCE. Stamane, forse anche un pò in ritardo (almeno per i miei "gusti" in materia di politica economica), Draghi ha dato una sforbiciatina al tasso di rifinanziamento: 25 basis points, da 0,75% a 0,5%.
"Naturalmente" le Borse perdono!. Infatti, per chi ancora non fosse sufficientemente smaliziato in materia, bisogna ricordare che i mercati azionari scontano sempre in anticipo qualsiasi manovra di politica monetaria, o qualsiasi informazione o notizia, che li riguardi. In questo caso, siccome era chiaro da tempo che una riduzione dei tassi era nell'aria nel momento in cui il rumors è diventato realtà i mercati avevano già lo sguardo altrove....Dove direte voi?. Probabilmente alle parole dello stesso Draghi, pronunciate alla conferenza stampa che ha accompagnato questa decisione.
Le condizioni del mercato del lavoro, infatti, «restano deboli» ha detto il governatore. Per questo motivo i Paesi dell'Eurozona «non devono allentare gli sforzi per ridurre i deficit, e dovrebbero continuare a promuovere riforme strutturali». Non va però sottovalutato il fatto che i mercati perdono anche perchè probabilmente si aspettavano un taglio più corposo (come io avevo previsto), e cioè di 50 punti. Questo anche perchè sempre ieri la Federal Reserve americana non ha escluso ulteriori manovre di politica monetaria espansiva, dando così l'impressione (e non solo quella) di essere molto più aggressiva della BCE. In effetti, sintomatico di questo passaggio è l'attuale cambio euro/dollaro, con il primo che si è molto rafforzato sul secondo (con il taglio di oggi sarebbe dovuta accadere la cosa opposta). 
Draghi comunque qualche porta aperta l'ha lasciata, come la possibilità di applicare tassi negativi alle banche commerciali.
Da un punto di vista statico i tassi in eurolandia restano personalmente troppo alti. Il Giappone è a zero, gli Usa a 0,25%. La stessa Cina ha si tasso di sconto al 6% ma cresce al 7,5%!. Il che praticamente equivale a tassi negativi. Insomma, con Draghi siamo lontani anni luce dalla dissennata gestione della BCE portata avanti da Trichet (uno che i tassi, in recessione, li aumentava!!!), ma siamo qualche passo indietro rispetto a Kuroda e Bernanke.



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