Un altro record per il Dow Jones

In Italia siamo ormai a quasi 6 milioni di disoccupati, ricomprendendo anche i cosiddetti "inattivi", coloro cioè i quali hanno smesso ufficialmente di cercare lavoro e dunque non rientrano nelle statistiche ufficiali. In Europa molti paesi, anche "core", come la Francia, sforeranno ogni previsione di deficit. Nel resto del mondo, a parte alcune aree particolarmente felici (anche quest'anno la Cina si avvia ad un crescita del Pil intorno all' 8%), non è che l'economia reale faccia faville. Certo, una crescita intorno al 2-3%, che sembra essere alla portata degli Usa, per noi europei è un puro miraggio, ma di fatto non si vedono segnali forti che possano portare a parlare di un nuovo ciclo espansivo mondiale.
Eppure, in questo contesto, ieri sera il Dow Jones, l'indice azionario americano che raggruppa i 30 titoli per capitalizzazione più grandi degli Stati Uniti, ha segnato un nuovo record storico: 14.865,14 punti. Ad un passo da quota 15.000. 
Anche le altre borse vanno bene, con corposi rialzi da inizio anno. Sembrerebbe una contraddizione in termini una fase come questa, in cui ad un'economia in recessione si affiancano mercati in grande spolvero. E forse lo è. Ma come avevo scritto nei primissimi giorni dell'anno la forbice tra queste due realtà si sta allargando sempre di più, e probabilmente continuerà a farlo.
Le borse salgono, e vanno bene anche i mercati obbligazionari, perchè in giro c'è un'enorme liquidità, "fasulla", creata dalle banche centrali americana e giapponese. Miliardi di yen e dollari creati artificialmente che hanno bisogno di essere impiegati in qualche asset.
E siccome ormai in pochi trasformano queste imponenti masse monetarie in investimenti reali ecco che i flussi si dirigono verso assets più tipicamente finanziari.
Ma tutto questo non potrà durare a lungo. Prima o poi (ma quando?, questo è il problema!) la forbice tornerà a restringersi....e allora saranno dolori per tutti.


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