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Visualizzazione dei post da novembre, 2012

La storia (triste) del Long Term Capital Management

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Ho 44 anni. Non sono ancora anziano, ma, ahimè, neanche più un ragazzo. Però l'avanzare dell'età consegna a tutti un dono: la memoria storica. Ed io la brutta storia del Long Term Capital Management me la ricordo bene. Già allora mi occupavo di finanza ed investimenti, e per mia fortuna mai mi passò per la testa di consigliare un tale ordigno bellico. Un'atomica della finanza. Il Long Term Capital Management (LTCM) era un hedge fund e fu fondato addirittura da due premi nobel per l'economia: Robert Merton e Myron Scholes. Insieme a loro John Meriwether, all'epoca vice presidente di Salomon Brothers. Un hedge fund è un fondo di investimento che opera "a leva", cioè attraverso lo strumento dei derivati. Di per sè questi ultimi hanno una loro utilità, ma, come per la reazione nucleare, posso essere usati per produrre energia o per fabbricare bombe atomiche. l' LTCM usava i derivati per speculare, non per difendersi dall'apertura di posizioni ris

Argentina: tagliato il rating di cinque gradini

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Lo avevo scritto due giorni fa. Oggi è accaduto. Fitch ha tagliato il rating dell'Argentina di cinque gradini (una enormità) portandolo da "B" a "CC": un solo altro gradino ( "CCC") e scatterà  il giudizio "Junk Bond" (titoli spazzatura). Fitch ritiene "probabile" un default sui pagamenti. La decisione era attesa. L'Argentina ha presentato ricorso ma entro il prossimo 15 Dicembre la mannaia del giudice Griesa potrebbe abbattersi sul paese delle pampas. Che tra l'altro vive una fase di profonda recessione, con inflazione e valuta debole. Stay tuned.

L'Irlanda alza la testa

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Nel mio post dell' 11 Ottobre scorso ("La cura ucciderà il malato?") mi chiedevo chi, tra Usa ed Europa, avesse scelto la strada migliore per combattere questa pesantissima recessione che ci avvolge ormai da 4 anni. Da un lato il modello americano, fatto di disavanzo, tagli alla spesa ma nessun aumento delle tasse, ed anzi una politica economica super accomodante da parte della Fed. Dall'altro il modello scelto dall'Unione Europea: rientri draconiani dai debiti pubblici, tagli alla spesa ma soprattutto repressione fiscale, con aumenti generalizzati sulle imposte e sulle tasse. Ebbene, tra i grandi malati d'Occidente, l'Irlanda, ad un controllo medico di routine, sembra stare meglio. Mi verrebbe da dire....molto meglio!. Per carità, siamo ancora all'inizio di un lunghissimo percorso di convalescenza, ma quello che sembrava tra i maggiori candidati al trapasso economico, dopo ferocissime (purtroppo) cure sembra dare ottimi segnali di recupero. Vedia

Argentina a rischio di un nuovo default?

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Undici anni fa l'Argentina alzava bandiera bianca e dichiarava default, fallimento. Il governo decise sostanzialmente di ripudiare il suo debito e si rifiutò di pagare tutti gli obbligazionisti, cioè i sottoscrittori dei suoi titoli di Stato. In un colpo solo, milioni di famiglie sparse per il mondo (molte decine di migliaia anche quelle italiane, malamente consigliate dalle nostrane banche), si ritrovarono con in mano un pugno di mosche, e videro i loro sudati risparmi investiti nel paese delle pampas ridotti a poco più di carta straccia. All'epoca, dopo anni di trattative, il governo argentino ristrutturò il proprio debito, offrendo per quella stessa carta straccia non più del 20/30% del suo valore nominale. Il discorso fu un pò di questo tipo: "Ti dovevo 100, ora o ti accontenti di 20 oppure fammi causa (per citare il grande Totò)". Quasi tutti, obtorto collo, accettarono. Intentare una causa internazionale ad uno stato sovrano da parte di un cittadino di Bellun

Il Dragone mostra i muscoli

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In questi anni di profonda crisi economica, con interi continenti in recessione od in crescita a dir poco moderata la Cina ha sempre rappresentato in questo senso un'oasi felice, con tassi di crescita che negli ultimi tre decenni sono quasi sempre stati a doppia cifra. Negli ultimi due anni, però, anche a causa delle difficoltà dell'economia cinese a crescere sul fronte dei consumi interni, c'era stato un "vistoso" (si fa per dire...) rallentamento: pil in crescita nel 2011 intorno al 7% e soprattutto una insidiosa e subdola bolla immobiliare, con i prezzi delle abitazioni nelle grandi metropoli in feroce aumento, ovviamente a causa delle imponenti migrazioni di milioni e milioni di abitanti dalle campagne alle città. La Banca Centrale Cinese è stata in questo periodo estremamente reattiva nel dosare di volta in volta la giusta medicina, passando da strette monetarie a politiche decisamente espansive. Ora, con un 2012 che si appresta a chiudere con un Pil in

Spagna: residenza se compri casa

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Che la crisi sia durissima e certamente ben lontana dall'essere superata era noto. Come pure l'enorme debito pubblico di tanti paesi industrializzati in giro per il mondo. Ma che si arrivasse a concedere la residenza in cambio di denaro, perchè sostanzialmente di questo si tratta, non si aveva ancora notizia. La Spagna ha costruito tutto o quasi il suo boom economico degli anni novanta sull'edilizia, cementificando completamente il paese e concentrando l'attività sulle costruzioni residenziali. Oggi ha 1 milione di case invendute: un vero dramma, che ha avuto conseguenze devastanti sull'economia iberica. Il settore edile ha trascinato nel baratro tutto l'indotto e non solo, visto che molte banche spagnole sono in grossa difficoltà anche a causa dei crediti incagliati che hanno nei confronti di questo settore. Fatto sta che è molto facile girare il paese e vedere interi condomini vuoti, tappezzati da cartelli "vendesi": oggi in Spagna un appartame

Finanza Comportamentale: l'Overconfidence

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Un altro bias che evidenzia la finanza comportamentale, dopo quello dell'istinto gregario di cui ho parlato diversi posts fa, è la cosiddetta overconfidence, e cioè un eccesso di fiducia nelle nostre conoscenze e capacità. Se a partire dagli anni ’50 i modelli della finanza erano andati condensandosi in astrazioni dense di calcoli matematici, costruite attorno a degli agenti umani di cui si presupponeva la perfetta razionalità,  con l’avvento della finanza comportamentale si sono fatti largo – per la prima volta – degli studi empirici da cui è stato possibile determinare come i nostri processi decisionali, in condizioni d’incertezza, siano popolati di sistematici errori. Spesso, dunque, sbagliamo. E ciò accade perché le nostre informazioni sono incomplete e la nostra razionalità è influenzata dalle emozioni. Tendiamo naturalmente a credere di sapere cose che invece non sappiamo affatto, e ad attribuirci competenze e capacità superiori a quelle di cui effettivamente disponiam

Quando si tira lo sciacquone!

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Sui mercati finanziari la gergalità è di casa e molti termini di uso domestico sono ripresi per esprimere sentimenti o concetti molto semplici. Uno di questi è il "washout", in italiano lo sciacquone. SI, proprio quello che ognuno di voi manovra giornalmente nel suo bagno di casa. In gergo finanziario il washout esprime una seduta o più sedute di borsa in cui regna assoluto il panico: tutti vendono indistintamente e "scaricano" letteralmente i titoli in portafoglio a qualsiasi costo. Una sciacquata e passa tutto. Oggi propongo un grafico che mette a confronto l'andamento, negli ultimi 5 anni (quindi un lasso di tempo considerevolmente lungo, e quindi piuttosto attendibile), di alcuni titoli azionari americani quotati a Wall Street. Sei titoli per sei settori diversi. Ognuno dei titoli è tra i principali protagonisti del proprio settore merceologico: Google per la tecnologia, Pfizer per il farmaceutico, Goldcorp per il settore aurifero, Anadarko per il setto

Ad un soffio da quota 2.000.

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Ormai ci siamo, manca davvero pochissimo. Ancora 5 mld di € ed il nostro paese "riuscirà" per la prima volta a sfondare la soglia psicologica dei 2.000 mld di € di debito pubblico. 33.000,00 € a testa, neonati compresi. Una montagna enorme!. Il grafico pubblicato da Reuters che potete vedere (e ingrandire) a fine post rappresenta il debito pubblico dei paesi dell'area euro in percentuale del Pil. La Grecia, com'è noto, domina incontrastata, con un poderoso 150%, ma noi siamo appena dietro, sul secondo gradino del podio: 126%. Seguono gli altri due "pigs" d' Europa, Portogallo ed Irlanda. Le differenze tra paese e paese sono molto forti: la Svezia naviga in acque dorate con il suo 37,3% e molti altri paesi (tutti quelli sotto il 60%) possono dormire sogni tranquillissimi. Ma anche chi  ha percentuali maggiori può stare relativamente sereno: la Germania, ad esempio, considerata giustamente il paese più forte dell' Ue pur avendo un debito all&#

Piger: un modello per prevedere le recessioni

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Jeremy Piger è un economista e professore all'Università dell'Oregon. E' praticamente sconosciuto in Italia (in rete non si trovano tracce in italiano che parlano di lui) ma assai considerato dalla Federal Reserve, che non a caso nel suo sito (dal quale ho tratto il grafico che vedete a fine post) lo cita piuttosto frequentemente. Piger ha messo a punto un modello statistico per calcolare le probabilità di una recessione negli Stati Uniti. La serie sviluppata da Piger ha valenza mensile e si fonda sulla rielaborazione dinamica di quattro indicatori economici-chiave dell'economia a stelle e strisce: i "non farm-payroll employment", cioè il numero degli impiegati nei settori non agricoli, l'"index of industrial production", quindi l'indice della produzione industriale, il "real personal income excluding transfer payments", vale a dire il reddito personale reale esclusi i pagamenti da trasferimenti ed infine il "real manufactur

Misurazioni dei rendimenti: il Tracking Error

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Uno degli aspetti più importanti per chi ha sottoscritto un fondo comune di investimento è quello di conoscere quanto sia cresciuta la propria ricchezza, o meglio quale sia stata la performance prodotta dal gestore del fondo in un determinato periodo di tempo e  in confronto ad un parametro di riferimento certo ed univoco per tutti. In altre parole: l'investitore che detenesse, ad esempio, un fondo azionario America non vorrà soltanto conoscere il rendimento del prodotto ma anche come si è comportato in riferimento ai suoi competitori e all'indice di borsa sul quale investe. Se l'indice S&P 500, che raggruppa le 500 società più grandi degli Stati Uniti, avrà ottenuto una performance annua del 10% ed il fondo azionario America avrà fatto il 15% potremo dire che il fondo avrà sovraperformato il "benchmark", cioè l'indice S&P 500. Il benckmark quindi è il parametro su cui valutare l'attività del gestore e quasi sempre è composto da freddi indici  

Le "Terre Rare"....sempre più rare

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Uno degli asset di investimento più interessanti, a livello settoriale, del momento ma anche certamente del futuro sono le cosiddette "Terre Rare". Con questo termine si indicano una serie di metalli fondamentali per la fabbricazione di molti oggetti, in special modo legati al mondo della tecnologia e dell'elettronica (telefoni cellulari, schermi tv, batterie ad alte prestazioni, vetture ibride, turbine eoliche, materiale militare, computers, etc..). Si dividono in "leggeri" (lantanio, cerio, niodimio, etc) e "pesanti" (europio, derbio, etc...) e furono definiti tali perchè molto difficili da ottenere nel diciottesimo e diciannovesimo secolo. Oggi, malgrado le tecniche produttive ed estrattive siano molto più efficienti, la situazione è solo parzialmente migliorata: il procedimento estrattivo resta costoso, difficile e ad alto potere inquinante. Per tutti questi motivi la Cina, che quanto al rispetto dell'ambiente e delle condizioni lavorative

Tempesta perfetta o cielo sereno?

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Archiviata in fretta la rielezione di Barack Obama a presidente degli Stati Uniti ripartono imperterrite le previsioni degli economisti sul futuro del mondo. In questi giorni il dibattito sembra polarizzarsi tra due schieramenti precisi: quello dei teorici della tempesta perfetta e quello dei sostenitori di un prossimo, duraturo, cielo blu all'orizzonte. I primi ipotizzano la formazione della tempesta perfetta considerando la possibilità, praticamente una quasi certezza a loro avviso, che si determinino contemporaneamente tre condizioni: un atterraggio duro (hard landing) dell'economia cinese; una forte recessione fiscale americana (il problema del fiscal cliff); una ricaduta dei paesi europei più fragili sul fronte degli spread e degli indicatori di deficit. Praticamente un Armageddon. Per i secondi valgono le considerazioni al contrario: l'economia cinese gode ancora di ottima salute ed il suo è un semplice rallentamento (perfino salutare...); il fiscal cliff america

8% per il Presidente

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Oggi si elegge il nuovo presidente degli Stati Uniti per il quadriennio 2012-2016. Obama o Romney?. Difficile dirlo, a quanto pare i sondaggisti danno i due spalla a spalla ed il verdetto è legato ad un filo. O forse a qualche decimale di punto percentuale, visto che una statistica pubblicata ormai da tempo dimostra come mai nessun presidente degli Stati Uniti è stato rieletto quando il tasso di disoccupazione in america era al 8% o più. Ora, il dato curioso è che venerdì scorso è uscito (vedi il grafico che allego a fine post) il dato aggiornato sul tasso di disoccupazione: 7,9%, ad un soffio dalla fatidica quota!. Dovesse  vincere Obama la statistica non solo sarà salva ma si  dimostrerà anche  incredibilmente veritiera.  Di certo comunque, se guardate bene il grafico, la costante discesa del tasso di disoccupazione, che comincia proprio appena dopo la striscia verticale grigia (che indica la recessione), lascia ben sperare per il futuro, specialmente se a tale dato si abbina qu

Il sondaggio del mese

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Ho pensato di inserire all'interno del blog uno spazio per i sondaggi. Il primo che ho inserito, come vedete a destra del vostro schermo, è sul destino del nostro paese. Secondo voi, l'Italia andrà in default?. Tecnicamente una condizione di default è tale quando uno stato non riesce più a rimborsare i propri titoli emessi sul mercato: quindi ad esempio il mancato rimborso, parziale o totale, di un Bot o di un Btp. Ma si parla di default anche in situazioni meno gravi, come ad esempio una rinegoziazione del debito (allungamento della scadenza prevista, rimodulazione dei tassi d'interesse, etc.) o la richiesta di aiuti alle autorità economiche internazionali. Il sondaggio rimarrà aperto fino a fine mese.....VOTATE!!.

La teoria del Cigno Nero

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Nel 2007 il "Sunday Times" inserì il libro "Il cigno nero" tra i testi che avrebbero cambiato il mondo. Il Sunday Times aveva perfettamente ragione. Scritto da Nassim Taleb, attualmente gestore di un importante hedge fund e professore all'Università del Massachusetts di "scienze dell'incertezza", il libro sviluppa la teoria secondo la quale eventi casuali e completamente imprevisti accadono continuamente alla faccia di chi pensa di arginarli. Il termine "cigno nero" non è copyright di Taleb, ma addirittura del poeta latino Giovenale, e diventa un vero e proprio modo di dire intorno al 1500, quando nelle discussioni filosofiche si voleva indicare un fatto impossibile o altamente improbabile. Siccome tutti i cigni noti allo scibile umano erano solo e soltanto bianchi si riteneva impossibile l'esistenza di un cigno nero. Tutto bello fino a quando alcuni esploratori europei non trovarono, in Australia, il cygnus atratus, natural